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PREMESSA

A Ferrara, il 9 maggio 2022, Franco Ariano, in arte Maestro Illu Minato, ha creato e video-registrato la Ritrografia n. 6, intitolata “Uomo Vitt@riano”. L’artista conferma che il corpo del professor Vittorio Sgarbi ha oggettivamente misure al limite della perfezione se paragonate a quelle dell’Uomo Vitruviano. Il caso, che non è un caso, vuole che il primo a disegnare l’Uomo Vitruviano fu proprio Giacomo Andrea da Ferrara e non Leonardo da Vinci, suo amico.

All’età di settant’anni ed un giorno Sgarbi si trova, come da richiesta dell’artista, felicemente sdraiato su tela bianca “Leonardesca”, a pancia in su con braccia aperte e distese, indossando le nuove scarpe regalate il giorno prima da Ariano. In data 8 maggio 2022, infatti, come documentato dal video de “Le Iene”, si è festeggiato quello che la storia ricorderà come il compleanno del XXI secolo, a bordo della “Motonave Stradivari”, per celebrare le prime 70 candeline di Vittorio Sgarbi.

Ariano ha tratteggiato la sagoma del “corpus vivus” di Sgarbi e attraverso lo studio delle misure delle sue carni e delle sue ossa ha individuato il nuovo punto “G”, “centro di equilibrio” nel corpo umano. Da qui nasce il Teorema di Sgarbi. La linea considerata e misurata è quella che, a braccia aperte e distese, unisce le parti distali delle dita medie dei due palmi delle mani, passando sotto al mento di Sgarbi. Ariano ha misurato tale lunghezza (AB). Essa è pari a cm 178 e determina anche la misura di ognuno dei tre lati del triangolo equilatero ABS formato unendo i punti distali di mano destra A, mano sinistra B e talloni S.

Nel punto di incontro delle tre mediane (bisettrici, altezze, assi) relative ai tre lati del triangolo equilatero ABS, formato dalle tre estremità del suo corpo, si trova il nuovo punto “G”, il punto di equilibrio di Sgarbi. Esso è posto a circa 5 centimetri al di sotto dell’ “Umbilicus Mundi”, come lo ha definito Sabrina Colle e come rappresentato nell’ Uomo Vitruviano da Giacomo Andrea da Ferrara, Taccola e Leonardo da Vinci.

Nel punto “G” di Sgarbi, Ariano ha posto il cerchio, cioè un nido che contiene, proteggendolo, un seme di girasole, simbolo di un pianeta ideale nel quale si potrà correre felicemente tra i colori della vita, particolare che deriva dall’amore di Ariano per Vincent Willem van Gogh.

Il simbolismo del Cerchio è strettamente legato a quello del centro, in relazione all’unità primordiale. È il luogo sacro dove si concentrano tutte le energie materiali e spirituali. Il punto “G” è anche il centro dei due cerchi, quello circoscritto al triangolo equilatero ABS e quello inscritto ad esso.

A conferma della perfezione delle misure ideali e rinascimentali del corpo di Vittorio Sgarbi, si rileva che anche l’altezza di Sgarbi, da testa a piedi, è di cm 178, così come le sue due distanze laterali, mano destra – tallone destro AS e mano sinistra – tallone sinistro BS.

A questo punto, con cm 178 per ogni lato, si potrebbe dire che si è compiuta la vera “Triangolatura del cerchio”, Da Vinci permettendo…

CONTENUTI

Sgarbi ha immediatamente condiviso la nascita dell’ Uomo Vitt@riano, scrivendo di proprio pugno il titolo della Ritrografia n. 6 sul catalogo della “Prima antologica ad Adelchi Riccardo Mantovani”, proprio all’interno del Castello Estense in Ferrara.

Tale catalogo è parte integrante della Ritrografia n. 6, così come la firma autografa dell’artista Adelchi Riccardo Mantovani ed altri 62 libri scritti dal prof. Sgarbi, che inchiodati da Ariano alla fetta di tronco millenario divenuta base dell’opera, riempiono perfettamente le misure di area e volume del corpo dell’ Uomo Vitt@riano.

Tra questi oggetti è emozionante trovare gli omaggi di Ariano alla forte relazione tra la famiglia Sgarbi e il “Pictor optimus” Giorgio Balboni, la cui sorte rappresenta perfettamente l’emblema del 99% degli artisti viventi. Si tratta dei tre oggetti ritrovati nel libro “Il Sogno della Pittura”, già Premio Estense nel 1985. Questa rara copia era di proprietà di “Balbo”. Il destino aveva nuovamente bussato alla porta di Ariano come nel 2021, quando scoprì quella che Sgarbi ha definito “la lettera che ha originato il mito di Van Gogh”. Ariano infatti ha trovato all’interno del libro 3 reperti eccezionali: il primo è la dedica autografa che recita: “… A Giorgio Balboni perché m’assista nella lotta contro i potenti nani, senza anima e senza cervello. Vittorio Sgarbi”; il secondo, datato “3.X.86”, è indirizzato a: “URGENTE Georgius Balbo pictor optimus” ed è un profondo messaggio personale in “codice”, il cui incipt è: “Foglio II (BRIGATE della notte)…”, firmato da Vittorio e da “…..”; il terzo, datato “23.5.89, FERRARA TELEGRAFO”, è il telegramma originale indirizzato a “Giorgio Balboni, Via Cammello 35, 44100 Ferrara” e riporta: “COMMOSSI TI SIAMO VICINI UN ABBRACCIO. RINO (Rina) NINO ELESABETTA (Elisabetta) VITTORIO. 23/05 10.41”.

A chiusura del cerchio nel retro della Ritrografia, come sua abitudine, Ariano ha inchiodato anche il magnifico dipinto originale di Balboni, intitolato “Riflesso”, scelto da Sgarbi come copertina del catalogo “Giorgio Balboni” 1997-1998.

 

Per comprendere il legame tra Sgarbi e Balbo si riporta una parte dell’articolo “Balboni, il virtuoso dimenticato che ha giocato per l'eternità, 16 Ottobre 2016” di Vittorio Sgarbi: In via Cammello, a Ferrara, dietro le case degli Ariosti, poi Cavallini Sgarbi, nella piccola chiesa di San Gregorio Magno mia madre si è sposata e ha avuto i suoi funerali….

L'altra sera è accaduto qualcosa di misterioso e di triste. Sono tornato, dopo anni a suonare alla porta di Giorgio (il pittore del mio giovanile ritratto che ci accoglie a Osimo). Ho suonato e chiamato a gran voce per farmi aprire, con insistenza, senza aver risposta. Il giorno dopo è arrivato un messaggio a mia sorella Elisabetta. Diceva che Balboni era stato trovato in casa morto. Era già morto la sera prima quando io urlavo al cielo il suo nome. Non era fuori casa come avevo creduto. Non c'era più per sempre. Non potrò più andare a trovarlo. Non potrò più rivedere il suo studiolo segreto, pieno di quadri imbarazzanti per i nostri tempi rinunciatari. In realtà egli era nato virtuoso, dotato di bella mano come chi è dotato di bella voce…Quanto ha sofferto, povero Giorgio, chiuso nella sua provincia… ignorato da tutti, libero e prigioniero… Balboni sapeva, in questi tempi, di essere uno sconfitto, ma si misurava sull'eternità. Era presuntuoso e disarmato, umile e superbo, velleitario e consapevole. Il giudizio del nostro tempo, e ancor peggio l'indifferenza erano transitori… Era piuttosto un illusionista; e un illuso. La sua pittura era uno struggente rimpianto non della pittura antica, ma di un mondo antico, di una vita diversa, di una grazia perduta. Toccava a lui, almeno in parte, restituirla… E così fece con il ritratto di mia sorella… Si applicò poi a mio padre, nel camice bianco della sua funzione professionale: un serio farmacista… Giorgio mancò solo mia madre, per sua natura imprendibile, e che pure, oltre che vicina di casa, era stata sua convinta estimatrice, e l'aveva confortato nella sua impresa umana e artistica.

Lui l'amava, ma capiva il suo limite d'amore, e non la ritrasse…

Con il suo silenzio, al mio bussare, l'altra notte, con la sua mancata risposta, il suo virtuoso canto è finito. Su via Cammello scenderà una lunga notte. Da Giorgio non si tornerà se non con la memoria di tempi difficili, ma comunque felici. Troppa morte ci separa.” Vittorio Sgarbi.

Da oggi, invece, caro Vittorio con la mia Ritrografia molta Arte vi ha riunito, attraverso questa freccia che unirà i vostri cuori per l’eternità. Franco Ariano Maestro Illu Minato.

 

MOTIVAZIONE

Molti artisti nella storia hanno realizzato opere sull’ Uomo Vitruviano. Ariano ha reinterpretato il tema a modo suo e secondo i suoi calcoli operati sul corpo vivo di Sgarbi. Ha eliminato il quadrato, concentrandosi sulle forme perfette del Cerchio e del Triangolo equilatero, poiché in esso l’incentro, il baricentro, l’ortocentro ed il circocentro coincidono in un unico punto.

Il Cerchio come cielo è collegato al ciclo perenne della vita e rappresenta il divino.

Il numero 3 è simbolo di espansione, brillantezza, ingegnosità, creatività, agilità mentale e rappresenta la Trinità. È anche simbolo di conciliazione per il suo valore unificante. Infatti tanto il Due separa quanto il Tre riunisce. La sua espressione geometrica è il Triangolo.

Vittorio Sgarbi si è sempre definito “un padre preterintenzionale”.

Tale definizione corrisponde al vero, poiché dopo un’attenta riflessione sui fatti, in realtà si può dire che lui rappresenta, piuttosto e meglio, una grande Madre. Dal suo ventre generativo sono nate molte scoperte nel mondo dell’arte ed anche centinaia di nuovi artisti, che hanno visto in lui l’unica ancora di salvezza in un mondo sempre meno attento ai dettagli ed inquinato dal frenetico susseguirsi di immagini, foto e video.

Sgarbi con questa Ritrografia n. 6 partorisce anche se stesso diventando l’ Uomo Vitt@riano.

Incredibilmente dotato di rare sensibilità e delicatezza, qualità per lungo tempo nascoste dietro ad urli, insulti, parolacce e feroci rivendicazioni, sempre ci ricorda che “val più una penna di una spada”, per un mondo non discriminatorio, libero, giusto, e in pace.

 

CONCLUSIONI

Con questa Ritrografia n. 6 Ariano ha inventato una nuova versione dell’ Uomo Vitruviano: l’Uomo Vitt@riano, in verità un adorabile fanciullo che riscopre, all’età di 70 anni e circondato da amici gentili, la meraviglia di momenti tipici di un’infanzia felice, al tempo sottrattagli per diverse ragioni.

Ai suoi cari egli riserva le più dolci attenzioni.

Agli amici dimostra il suo affetto mandandoli, almeno una volta nella vita, a “FARE IN CULO”, a “CAGARE”, condendo con “CAPRA”, “CORNUTO”, “COGLIONE” o “STRONZO”, ricordando sempre a tutti che “AVETE ROTTO IL CAZZO.com”

Attratti dalla sua forza misteriosa, tutti lo desiderano, soprattutto chi lo critica.

Per tutti è meraviglioso stare insieme all’ Uomo Vitt@riano.

Ferrara, 9 maggio 2022, all’età di settant’anni ed un giorno. LXX + UNA DIES

                                                                                          Franco Ari@no    Maestro Illu Minato

 

DIMOSTRAZIONE

 Dato il triangolo equilatero ABS, con i lati AB, BS e SA di egual misura di cm 178 (braccia aperte e distese), da un teorema noto sappiamo che il suo baricentro, punto “G”, divide ogni mediana in 2 parti, tali che quella parte che contiene il vertice del triangolo considerato è il doppio dell’altra parte (GS= 2 x GE). Quindi per calcolare il baricentro di Sgarbi, punto “G”, applico il teorema di Pitagora al triangolo SBE e trovo la mediana ES=√ SB² – EB²= cm 154,2.

Poi divido la mediana ES di cm 154,2 in 3 parti uguali (cm 154,2 : 3) = cm 51,4 ottenendo GE.

Poi moltiplico cm 51,4 x 2 = cm 102,8 ed ottengo SG, che è la distanza in cui si trova il punto “G” di Sgarbi partendo dai suoi talloni.

Quindi la differenza tra OS (con punto “O” = posizione ombelico di Sgarbi e punto “S” = posizione talloni) e GS determina il numero di cm al di sotto dell’ombelico, nel quale si trova il punto “G” di equilibrio dell’ Uomo Vitt@riano.

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Franco Ariano Maestro Illu Minato